Rilancio generazionale: 4 passi verso un passaggio di successo

14-12-2021

Team Cedec

Esiste una ricetta per gestire un rilancio generazionale nel miglior modo possibile? Naturalmente no. Però esistono almeno quattro accorgimenti che possono guidarlo verso il successo. Intanto è necessario partire dalla consapevolezza che sia necessario, e saper comprendere come la tempestività sia fondamentale, per non dover improvvisare o rincorrere gli eventi. Serve poi professionalità, ovvero sapersi affidare a chi è in grado di gestire determinate situazioni e ci può guidare. In ultimo, per un rilancio generazionale che diventi davvero concreto, è necessaria una corretta applicazione.  

Analizziamo questi quattro passaggi più nel dettaglio. 

Primo passo: la consapevolezza di dover affrontare un rilancio generazionale

Un’azienda su tre non sopravvive all’avvicendamento generazionale. Le altre due, in un gran numero di casi, sviluppano problemi di tale natura da influenzare pesantemente ed in modo significativo nel medio e lungo termine gli equilibri aziendali e/o familiari. Qualora l’azienda non abbia effettuato un passaggio generazionale correttamente pianificato e/o gestito, nei due terzi dei casi, la sua speranza di vita si riduce a circa tre anni.   

Questi dati sono l’evidenza di come il processo di passaggio generazionale sia estremamente complesso e cruciale in relazione al “se” e al “come” si realizzerà la continuità aziendale da parte della nuova generazione. Tanto più se si considera che il passaggio generazionale è un fenomeno… unico! Ossia l’imprenditore ha un’unica occasione per effettuare il passaggio del testimone e praticamente nessuna per rimediare ad eventuali errori.  

Il passaggio generazionale è un’occasione ideale per analizzare criticamente il funzionamento attuale dell’azienda ed eventualmente ripensarne l’assetto societario, l’organizzazione, le strategie, gli strumenti di controllo, le politiche commerciali ed in genere i processi, sia per adeguarsi ai tempi, ma soprattutto in funzione delle qualità, delle aspirazioni e delle idee della generazione entrante.  

Essere consapevoli dell’importanza di questo processo di cambiamento e dei rischi ad esso connessi è il primo passo verso il passaggio generazionale di successo.  

Secondo passo: la tempestività per non arrivare troppo tardi  

Il rilancio generazionale deve essere pianificato per tempo e non essere un’emergenza a cui far fronte. Troppe volte gli imprenditori decidono di attivare un percorso di passaggio generazionale quando si rendono conto di non farcela più fisicamente o psicologicamente o, peggio, vengono a conoscenza di essere gravemente ammalati.   

Solo pensando in anticipo al futuro dell’azienda e della propria famiglia si evitano i pericoli di scelte fatte in fretta e senza le necessarie riflessioni e le conseguenze di passaggi di consegne incompleti o, peggio, ai soggetti sbagliati.  

Il passaggio generazionale, per potersi considerare un rilancio generazionale, dovrebbe cominciare molto tempo prima di quella che è considerata la data di “ritiro” dell’imprenditore, perché preparare un figlio ad essere un imprenditore e un manager può essere una risorsa aggiuntiva per l’azienda in termini di supporto alla gestione e un sostituto dell’imprenditore “qualunque cosa accada”. Come dicevano i latini: “si vis pacem para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra). Mentre talvolta si assiste a fenomeni stravaganti nei quali i figli anziché essere avviati su un percorso di crescita o vengono “piazzati” in un ruolo comodo, protetti dalle intemperie della quotidianità e isolati dalla realtà aziendale, oppure “parcheggiati” in qualche ruolo alla base della piramide organizzativa con l’idea di fargli fare una gavetta, non programmata, non ragionata e soprattutto, nella gran parte dei casi, inutile! È il caso del figlio con una laurea in economia che… “intanto si fa le ossa in magazzino!”. E invece, potenzialmente, potrebbe essere un responsabile di funzione e dare un valido contributo allo sviluppo dell’azienda.   

Quindi, la nuova generazione deve essere accompagnata quanto prima verso la sua maturazione, poi l’imprenditore deciderà quando “passare il testimone”. Intanto il figlio avrà consolidato la sua posizione in azienda e sarà pronto a gestirla… “qualunque cosa accada”!  

Attivarsi tempestivamente in questo processo di cambiamento è il secondo passo verso il passaggio generazionale di successo.  

Terzo passo: la professionalità. Ovvero quando il fai da te diventa pericoloso   

Quando si tratta di rilancio generazionale, il fai da te e le scorciatoie sono pericolose. Abbiamo già detto che si tratta di un processo unico, in cui si mettono in gioco il futuro dell’azienda e degli equilibri familiari, in cui è rilevante il fattore tempo, insomma un evento epocale per l’imprenditore e per i suoi successori. In questi casi è sicuramente un atteggiamento responsabile ricevere perlomeno un’opinione esterna, un punto di vista professionale, che non sia influenzato da posizioni soggettive o, peggio, dal quieto vivere. Ancor più responsabile è affidare il processo a professionisti preparati e di provata reputazione per impostare il processo in modo razionale, in un confronto costante con i rappresentanti della generazione uscente e quelli della generazione entrante. Il passaggio generazionale non è un obbligo, ma un’opportunità. E’ l’opportunità di lasciare ai propri figli un’azienda proiettata verso il futuro e che gli stessi possano gestire secondo le loro inclinazioni e possano sentire “propria”.  

Il passaggio generazionale non è un momento, ma un percorso che coinvolge l’imprenditore, i suoi figli, la sua famiglia, la sua azienda. Un percorso difficile, che può essere effettuato con successo se accompagnato dall’esperienza di un professionista serio, che sia in grado di:  

  • effettuare una corretta valutazione delle persone coinvolte nel processo, inclusi i principali membri dell’organizzazione;  

  • individuare gli obiettivi dell’imprenditore e delle nuove leve;  

  • formare la generazione entrante sotto l’aspetto manageriale e relativamente ai ruoli che saranno ricoperti in azienda;  

  • definire i corretti percorsi di crescita delle nuove leve;  

  • pianificare il passaggio del potere organizzativo e giuridico dall’imprenditore ai successori;  

  • impostare eventuali accordi per la gestione del passaggio anche a livello familiare;  

  • redigere un piano d’azione per il futuro che sia l’espressione delle idee della nuova generazione e il riflesso dell’approvazione della generazione uscente.  

Quarto passo: l’applicazione dopo la pianificazione 

Il processo di pianificazione esige la presenza di professionisti che garantiscano che tutto quanto sia fatto per il meglio, in particolare che siano pianificate in modo meticoloso le attività da svolgere, ma nessun piano, per quanto articolato può funzionare se non vi è alla base una ferma volontà di agire al fine di realizzarne gli obiettivi. Quanto impostato dal professionista e condiviso con le generazioni coinvolte deve essere applicato con fiducia e senza esitazioni, sia dall’imprenditore che deve dare fiducia ai suoi successori, sia da questi che devono effettuare i percorsi impostati con convinzione e impegno.  

Questo quarto passo può essere l’occasione per fare di un passaggio generazionale, un vero e proprio rilancio generazionale, ossia un percorso di cambiamento di tutta l’azienda che, nel contesto sopra descritto, ha l’occasione di ripensare e revisionare i suoi processi, i suoi obiettivi e migliorare le proprie performance adeguandosi ai tempi, ma soprattutto preparandosi in modo appropriato alle sfide del futuro.

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