
Quando chiudere l’impresa: 3 segnali da cogliere
16-07-2019
Quando decide di avviare un'attività in proprio, normalmente l'imprenditore non manca di avere illusioni e determinazione e non pensa certo al dover chiudere l’impresa. E’ convinto che la sua impresa crescerà e diventerà redditizia. Tuttavia, i dati mostrano che più della metà delle imprese fallisce prima del quinto anno di vita. Quando ciò accade, è importante che l'imprenditore si assuma rapidamente le sue responsabilità per ridurre al minimo le perdite, così come i costi e il danno emotivo che la situazione comporta.
In CEDEC sappiamo che non è mai facile per un imprenditore decidere di chiudere la propria attività. E’ proprio per questo motivo che consideriamo fondamentale saper riconoscere gli indizi che dimostrino che la sopravvivenza di un'azienda è compromessa.
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La carenza di autocritica
La fortuna non ha alcun ruolo nel successo imprenditoriale, almeno nel lungo periodo, perché anche quando un'azienda sta andando bene, il suo futuro potrebbe essere compromesso, se si facesse l’errore di ignorare perché e come soddisfare i consumatori. In realtà, è essenziale che l'imprenditore sappia riconoscere che cosa funziona e che cosa non funziona nel suo progetto per scongiurare il rischio di dover chiudere l’impresa anzitempo; per questo deve fermarsi regolarmente e procedere a svolgere un'analisi dell'evoluzione della sua attività.
Un esame dei principali coefficienti finanziari (redditività, liquidità e indebitamento, per esempio) permetterebbe di rilevare tempestivamente i problemi e offrirebbe quindi il tempo necessario per mettere in atto un piano d'azione per affrontarli.
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Uscite superiori alle entrate
Se esiste un indizio indiscutibile del fallimento di un'azienda, quello è il dato relativo alle previsioni delle spese annuali che superano l'importo delle entrate. Se non si riesce ad invertire questa tendenza (o se non si sa come farlo), allora significa che è seriamente il momento di pensare alla chiusura. Per evitare il fallimento, la società dovrebbe aumentare i propri ricavi riducendo le spese. Questo di solito si realizza solo con un investimento preventivo volto ad aumentare le vendite (con attività di marketing o di sviluppo di prodotto). Se l’investimento non viene fatto prima che la solvibilità dell'azienda sia compromessa, probabilmente è già troppo tardi.
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Trasformazioni del contesto
Anche quando un'azienda sta andando bene, ci sono alcuni cambiamenti che spingono l'imprenditore ad interrogarsi sull’eventualità di chiudere l’impresa: un calo del comparto, importanti cambiamenti normativi, l'ingresso massiccio di concorrenti sul mercato, o persino dei miglioramenti nei settori dei trasporti o della tecnologia, possono rendere un prodotto o servizio inutile e/o non più redditizio. In questi casi, l’imprenditore non dovrebbe attendere il sopraggiungere delle perdite, ma farebbe bene ad organizzare una chiusura controllata, che riduca al minimo i costi.
Questi elementi sono validi sia per le attività commerciali tradizionali, sia per quelle online. Il digitale facilita l'accesso costante ed immediato ad informazioni significative, che permettono di valutare l'attività di un'impresa, ma presenta alcuni inconvenienti: la concorrenza è più forte - i costi di impresa sono di gran lunga inferiori – i fallimenti sono molto più numerosi ed i tempi di recupero degli investimenti nei progetti si allungano. In ogni caso, l'imprenditore deve imparare ad accettare che alcuni progetti falliscono. Deve imparare a non ripetere gli stessi errori e a non prolungare l'agonia della sua società. Questo al fine di poter chiudere serenamente un capitolo, per poterne presto iniziare uno nuovo.
In CEDEC, Consulenza in gestione strategica, crediamo che tutte le aziende debbano essere attente al mercato ed ai propri risultati finanziari. Ciò permetterà loro di conoscere la reale fattibilità dei loro piani strategici ed anche il momento esatto in cui chiudere l’attività per concentrarsi su nuovi progetti.