Family Partner

L’impresa familiare: un business per l’economia globale

05-03-2020

Team Cedec

ll family business management, come viene tradotto nel linguaggio degli economisti, è molto di più di un fenomeno nostrano. In un report dell’Economist, pubblicato nell’aprile del 2015 e dedicato interamente alle imprese familiari, si sottolinea come le imprese a controllo familiare rappresentino più del 90% di tutte le imprese attive nel mondo.

Quando si parla di capitalismo familiare italiano spesso lo si descrive negativamente, quasi fosse una patologia del nostro sistema economico, ma è un’immagine che non corrisponde alla realtà, perché buona parte del Pil e dell’occupazione sono generati dalle imprese familiari. Secondo i dati Aidaf, nell’economia italiana le imprese familiari con un fatturato superiore a 20 milioni di euro rappresentano il 65% del totale delle imprese, aziende che danno lavoro a 2,4 milioni di lavoratori per un fatturato complessivo di oltre 730 miliardi di euro. Se consideriamo le imprese con un fatturato inferiore a 20 milioni di euro, quella percentuale sale all’85%. Le generalizzazioni non servono, per capire quali sono le luci e le ombre di un’impresa familiare occorre valutare il grado di coinvolgimento della famiglia nella singola impresa.

C’è il coinvolgimento nella proprietà, nel consiglio di amministrazione e nel management, cioè nella gestione quotidiana dell’impresa. Quindi si può avere un’impresa familiare al cento per cento in termini di proprietà, ma poi molto aperta rispetto a tutti gli altri livelli. Questa formula, in genere, è quella che funziona. La parola “apertura” è fondamentale purché sia declinata con un certo ordine. La famiglia nell’impresa deve essere disciplinata, cioè deve saper stare al suo posto, ma al contempo deve essere sempre pronta a dare il massimo quando scende in campo per partecipare alla vita dell’azienda».

Le famiglie imprenditoriali hanno un compito difficilissimo che merita molto rispetto, spesso chi le critica non si rende conto di quanto sia difficile mantenere un equilibrio tra il bene della famiglia e il bene dell’impresa che in certi casi sono in antitesi, mentre in altri, più fortunati, viaggiano di pari passo.

Il grande elemento distintivo che caratterizza il mondo delle imprese familiari è il legame affettivo del successore, questo cuore che c’è nell’impresa è un’arma a doppio taglio perché da una parte può essere il segreto del grande successo e della prosperità e dall’altra può essere anche il grande problema. Il cuore è quello che ti fa dare tutto per raggiungere il successo, ma che ti può ostacolare nel momento in cui devi scegliere per il futuro dell’impresa. In questo senso l’Italia è ancora un paese tradizionale che si caratterizza per successioni intra familiari. Le cose stanno cambiando, ma siamo ancora lontani dal modello tedesco e soprattutto da quello francese, che mantiene la proprietà all’interno della famiglia per affidare la leadership a un soggetto esterno. Non è detto che questa sia sempre la soluzione migliore, soprattutto se in famiglia ci sono soggetti di grande valore, perché il leader scelto all’interno della famiglia, quando è capace, ha una motivazione in più rispetto a quello esterno.

Family business e dimensione di impresa è un tema che spesso ricorre nel dibattito corrente, la crescita è vista come un’opzione o come un imperativo, è vero che quasi tutte le piccole imprese sono familiari, ma questo genera un falso mito, cioè che tutte le imprese familiari siano piccole. A questo proposito, il 26 ottobre scorso sul Financial Times è comparso un articolo dal titolo “Italian capitalism remains a family affair” (“Il capitalismo italiano rimane un affare di famiglia”), ebbene, l’autore sottolineava che in Italia un terzo delle società quotate sul principale indice di Borsa Italiana ha come azionista di riferimento gruppi familiari. E stiamo parlando di grandi imprese e grandi gruppi industriali. Crescere è un imperativo perché le dimensioni contano e le economie di scala valgono. Le famiglie imprenditoriali devono avere ben chiaro che la crescita è importante specialmente in certi settori. Quando si sente un imprenditore affermare che non vuole crescere per preservare la qualità,  preoccupa sempre. La crescita è necessaria e questo non esclude la bontà del Family business. Il modello familiare sotto certe condizioni funziona bene, ma la famiglia è un’arma a doppio taglio: se sappiamo impugnare bene la spada, riusciamo anche a utilizzarla correttamente. Ed è per questo che in alcune università si studia in modo approfondito il family business e lo si fa studiare ai ragazzi con un corso interamente in inglese. Il successo che ha riscosso tra gli studenti stranieri è indicativo di quanta consapevolezza ci sia all’estero sull’importanza e l’impatto che l’impresa familiare ha nell’economia globale.

Cedec è consapevole dell’estrema importanza, per il sistema paese, dell’equilibrio tra famiglia ed impresa, e vantando un’esperienza di oltre 50 anni sul tema ha sviluppato un’area di lavoro dal nome Family Partner. In tale ambito si assistono gli imprenditori per garantire l’equilibrio tra le necessità dell’ impresa e le aspettative della famiglia pur in un ambiente mutevole quale l’attuale favorendo l’unità della famiglia e la continuità aziendale.

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