La produttività del lavoro: la logica dell'imprenditore "in produzione"
15-09-2022
A ciascuno di noi è ben nota l'espressione il tempo è denaro che si utilizza come giudizio sulle azioni della quotidianità, ma che spesso viene adottata dagli imprenditori qualndo valutano le prestazioni di collaboratori e dipendenti.
In effetti anche nell'ambito delle cosidette risorse umane, il concetto espresso rimane pienamente valido ed è per tale ragione che per ogni imprenditore tende inanzitutto a desiderare l'aumento della produttività del lavoro. Infatti, per ogni ordine di azienda, la produttività del lavoro è la prima chiave per fare in modo di "chiudere bene" il rendiconto economico mese per mese.
Come possiamo definire la produttività del lavoro?
Al di là di ogni possibile approfondimento (e magari anche complicazione ...) e riferendosi all'ambito delle risorse umane, la "produttività del lavoro" è un indicatore che si riferisce all'efficienza con cui un lavoratore realizza beni o servizi in un certo termine temporale mediante l'impiego di un determinato volume di risorse.
La "produttività del lavoro" è un dato che deriva da tre parametri base:
1) tempo 2) risorse / input 3) Prodotto finale / output
Si può quindi indicare che, a parità di prodotto realizzato, la minore quantità di risorse impiegate ed il minore tempo impegnato offrono il miglio livello di produttività del lavoro. Più in specifico, negli aspetti legati al mondo della produzione, risulta importante sottolineare che la produttività del lavoro non si riferisce solo alle prestazioni della manodopera, ma anche all'utilizzo e ai tempo di risposta di macchine ed attrezzature e persino all'implementazione di metodologia e processi di lavoro (es. pianificazione / programmazione delle attività).
Quando si tratta di "produttività del lavoro" è utile poi rammentare brevemente i concetti di efficienza ed efficacia che talvolta, impropriamente, sono considerati come sinonimi e che invece non sono termini tra loro analoghi.
Da un lato l'efficacia pone l'accento sul risultato e quindi, indipendentemente dal tempo e dalla quantità di azioni svolte, ci si concentra sul fare le attività appropriate. Potremmo anche dire, come motto, che qui la qualità ha la priorità sulla quantità.
Dall'altro l'efficienza è realizzata quando si utilizzano in maniera economica le risorse a propria disposizione (es. tempo) pur salvaguardando il raggiungimento di un livello di risultato soddisfacente.
Per essere produttivi quindi si dovrebbe essere al contempo sia efficaci sia efficienti.
Ora è possibile definire il significato del titolo dell'articolo che si riferisce alla logica dell'imprenditore "in produzione" ...
Cosa significa tale proposizione?
Innanzitutto NON significa che per garantirsi la produttività l'imprenditore abbia la necessità di trascorrere il proprio tempo nel fare o anche solo nell'essere fisicamente presente nei luoghi di lavoro; talvolta ciò è addirittura impraticabile per ragioni di varia natura (es. pluralità di siti, etc.).
Quello che effettivamente pesa è il modo di presenza che dà garanzia sul tempo dedicato che, come detto, è indubbiamente un elemento strettamente correlato alla produttività sul lavoro, anche ovviamente per l'imprenditore stesso.
Il "modo di presenza" sperimentato come migliore è quello che garantisce da un lato la comunicazione degli indirizzi (linee guide) e dall'altro l'esercizio puntuale del controllo.
Si pensi ad esempio all'introduzione di un sistema di gestione del controllo del tempo, attraverso rilievi di timbratura dei lavoratori o la gestione dei turni, con il calcolo preventivo di assegnazionedi ferie e permessi.
In questo caso, al di là di ogni aspetto informatico o di "industria 4.0", il sistema può risultare efficace ed efficiente qualora l'imprenditore riesca ad agire come un capace regista, che prima indica scopi e istruzioni d'uso e successivamente, con adeguata periodicità, misura le performance dandone riscontro ai collaboratori interessati con capacità comunicativa adeguata.
Esemplificativo può essere anche il caso della gestione di una "tabella di riunioni" predefinite e cadenzate, che possa far conoscere e comprendere le principali informazioni e notizie nei vari ambiti della produzione con continuità e senza che l'imprenditore agisca al posto dei propri responsabili, confermando così la legittimità e l'efficacia della delega affidata.
L'imprenditore,quindi, con il suo "modo di presenza" in produzione, è un elemento importante per rendere proficua la possibile implementazione delle numerose e varie metodologie introdotte progressivamente per il miglioramento della produttività del lavoro.
In questo campo non c'è alcuna bacchetta magica, ma piuttosto la scelta tra una varietà di tecniche che sono di grande aiuto per intervenire nel miglioramento continuo: la regola 80/20, nota col nome di principio di Pareto, il Toyota Production System, la Lean production, Six Sigma, ecc..
Trovare un "modo presenza" efficace permette perciò di migliorare la produttività e dunque la reddittività e competitività aziendale. Da questo punto di vista può senza dubbio essere d'aiuto un affiancamento qualificato, come quello di CEDEC, che agisca su più fronti: organizzativo, di direzione e controllo dei collaboratori, di implementazione di soluzioni migliorative in produzione.